Esofagectomia minimamente invasiva versus esofagectomia a cielo aperto per pazienti con carcinoma esofageo


La resezione chirurgica è vista come l’unica opzione curativa per il carcinoma esofageo resecabile, ma le complicanze polmonari che si presentano in più di metà dei pazienti dopo esofagectomia a cielo aperto rappresentano un problema.

Uno studio ha valutato se l’esofagectomia minimamente invasiva è in grado di ridurre la mortalità rispetto all’intervento a cielo aperto.

Lo studio multicentrico, in aperto, randomizzato e controllato è stato condotto in 5 Centri in 3 Paesi nel periodo 2009-2011.

Pazienti di età compresa tra 18 e 75 anni con carcinoma resecabile dell’esofago o della giunzione gastroesofagea sono stati assegnati in maniera casuale a essere sottoposti ad esofagectomia a cielo aperto transtoracica o esofagectomia transtoracica minimamente invasiva.

L’esito primario era l’infezione polmonare entro le prime 2 settimane dopo l’intervento chirurgico e durante l’intera permanenza in ospedale.

Le analisi sono state condotte per intention-to-treat.

Nello studio, 56 pazienti sono stati assegnati al gruppo esofagectomia a cielo aperto e 59 a quello esofagectomia minimamente invasiva.

In totale, 16 ( 29% ) pazienti nel gruppo esofagectomia a cielo aperto hanno mostrato infezione polmonare nelle prime 2 settimane rispetto a 5 ( 9% ) nel gruppo chirurgia minimamente invasiva ( rischio relativo [ RR ] 0.30; p=0.005 ); 19 ( 34% ) pazienti nel gruppo esofagectomia a cielo aperto hanno mostrato infezione polmonare in ospedale rispetto a 7 ( 12% ) nel gruppo esofagectomia minimamente invasiva ( 0.35; p=0.005 ).

Per la mortalità in ospedale, 1 paziente nel gruppo esofagectomia a cielo aperto è deceduto per perdita anastomotica e 2 nel gruppo chirurgia minimamente invasiva per aspirazione e mediastinite dopo perdita anastomotica.

In conclusione, queste osservazioni forniscono prove di benefici a breve termine della esofagectomia con chirurgia minimamente invasiva per pazienti con carcinoma esofageo resecabile. ( Xagena2012 )

Biere SS et al, Lancet 2012; 379: 1887-1892


Onco2012 Gastro2012 Chiru2012



Indietro

Altri articoli


Esistono prove limitate riguardanti gli effetti prognostici della regressione patologica dei linfonodi ( LN ) dopo chemioterapia neoadiuvante per l'adenocarcinoma...


La Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense ha concesso l'approvazione normativa per l'uso di Nivolumab ( Opdivo ),...


Trastuzumab ( Herceptin ) è un anticorpo monoclonale contro HER2 ( noto anche come ERBB2 ). L'obiettivo principale dello studio...


Camrelizumab ( AiRuiKa ), un anticorpo anti-PD-1, ha mostrato una moderata efficacia nel carcinoma esofageo a cellule squamose. Apatinib, un...


La chemioterapia di prima linea per il carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato porta a esiti sfavorevoli. L'anticorpo monoclonale Nivolumab...



I pazienti con carcinoma a cellule squamose esofageo avanzato o metastatico hanno una prognosi sfavorevole e poche opzioni di trattamento...


La Commissione Europea ( EC ) ha approvato Opdivo ( Nivolumab ) per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma...